Articolo pubblicato su altalex.it
Le caratteristiche distintive dell’intelligenza artificiale generativa cinese e l’indagine del Garante Privacy.
L’intelligenza artificiale generativa è ormai una realtà consolidata e in continua evoluzione. Nuovi modelli emergono a ritmo serrato, sfidando i giganti occidentali del settore e ridefinendo il panorama tecnologico globale. Tra questi, DeepSeek si è rapidamente affermato come uno degli sviluppi più interessanti e controversi.
La crescente preoccupazione per la privacy e la gestione dei dati personali da parte dei modelli di AI ha spinto il Garante italiano per la protezione dei dati personali, a indagare su DeepSeek e sulle sue modalità di trattamento dei dati degli utenti. In questo articolo analizzeremo le caratteristiche distintive di DeepSeek, il suo impatto sul mercato e il recente provvedimento del Garante Privacy.
1. Che cos’è DeepSeek?
DeepSeek è un modello avanzato di intelligenza artificiale sviluppato da Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek, due società cinesi che hanno fatto il loro ingresso nel mercato AI con ambizioni globali.
Il sistema si colloca nella categoria degli LLM (Large Language Models), in diretta competizione con colossi come ChatGPT (OpenAI), Gemini (Google DeepMind) e Claude (Anthropic). A prima vista è simile ai concorrenti. Presenta una interfaccia facile da usare dove è possibile iniziare a conversare rivolgendo domande ed ottenendo risposte, in italiano.
Si distingue per diverse caratteristiche innovative che lo rendono particolarmente interessante dal punto di vista tecnologico.
In primo luogo la capacità computazionale che è di molto inferiore a quella utilizzata dai concorrenti. Questa caratteristica sorprendente, si traduce in costi di realizzazione infinitamente più bassi di quelli sinora sostenuti dagli avversari, oltre che minore impatto ambientale.
In secondo luogo è gratuito. Per il suo utilizzo non viene chiesta la sottoscrizione di abbonamenti per le funzionalità avanzate.
Da ultimo introduce un approccio nuovo rispetto ai concorrenti: è open source, che rende i suoi modelli accessibili a tutti. L’apertura del codice permette a ricercatori e sviluppatori di migliorare e personalizzare i modelli e oltre a ciò offre la possibilità di sviluppare soluzioni su misura per le esigenze locali, riducendo la dipendenza dai colossi tecnologici globali.
2. L’impatto di DeepSeek sul mercato globale dell’AI
Grazie a queste caratteristiche, DeepSeek sta attirando l’attenzione di aziende e governi interessati a diversificare le proprie soluzioni di AI, soprattutto in contesti geopolitici in cui la dipendenza da tecnologie statunitensi è vista come un rischio strategico.
L’ingresso di DeepSeek nel mercato ha avuto un impatto significativo. Il successo e l’attenzione mediatica che ha dimostrato di saper catalizzare rappresenta una minaccia concreta per il predominio occidentale nel settore degli LLM. dove OpenAI, Google DeepMind e Anthropic dominano il mercato, ma l’arrivo di un attore cinese con una tecnologia avanzata sta modificando gli equilibri.
La Cina sta puntando molto sull’intelligenza artificiale come pilastro strategico della propria economia, investendo miliardi di dollari in ricerca e sviluppo. DeepSeek potrebbe diventare l’alternativa cinese a GPT-4 e Gemini, riducendo la dipendenza della Cina dai modelli sviluppati negli Stati Uniti.
Ho di fatto portato alla ribalta un nuovo modi di pensare agli LLM, gratuito, open source e che non necessità della capacità di calcolo degli avversari per essere altrettanto efficiente e che quindi propone simili performance a un prezzo molto inferiore.
3. Il fattore geopolitico
DeepSeek ha dimostrato di poter raggiungere i medesimi risultati dei suoi competitor sul mercato con investimenti molto più bassi e ha quindi costretto a ripensare il modo di fare intelligenza artificiale del futuro.
La Cina è quindi tornata fortemente alla ribalta su un mercato che fino a ieri era esclusivamente americano.
Gli Stati Uniti avevano già adotto misure restrittive per limitare l’accesso della Cina a componenti chiave per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, come i chip AI di Nvidia di ultima generazione. Ma questo non ha fermato questa giovane azienda che ha dimostrato di raggiungere gli stessi risultati con minori risorse.
Le conseguenza è stato il crollo in borsa delle azioni di Nvidia ed ombre sulle intenzioni dell’amministrazione Trump di stanziare enormi investimenti nei prossimi anni per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, sui quali Elon Musk sin da subito si era detto dubbioso.
L’Unione Europea, invece, rimane in una posizione più sfumata: se da un lato vuole promuovere l’innovazione, dall’altro deve garantire la protezione dei dati e la sicurezza nazionale senza, tuttavia, ancora essere scesa nell’arena con un prodotto all’altezza dei competitor.
Proprio in questo contesto si inserisce il recente provvedimento del Garante Privacy italiano, che ha deciso di approfondire il funzionamento di DeepSeek per valutare il rispetto delle norme europee sulla protezione dei dati.
4. Il provvedimento del Garante Privacy italiano
L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’istruttoria su DeepSeek per comprendere in che modo il modello tratti i dati degli utenti italiani.
Si tratta di una iniziativa alla quale il Garante italiano non è nuovo e che presto sarà imitata dagli altri Garanti europei, con la quale vengono richieste informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su App.
L’Autorità, considerato l’eventuale alto rischio per i dati di milioni di persone in Italia, ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina.
Il Garante, inoltre, ha chiesto alle società che tipo di informazioni vengano utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale e, nel caso in cui i dati personali siano raccolti attraverso attività di web scraping, di chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati.
Entro 20 giorni le società dovranno fornire all’Autorità le informazioni richieste.
Il Garante vuole verificare se DeepSeek rispetti il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati), in particolare per quanto riguarda la trasparenza e i diritti degli interessati. Se DeepSeek non fornisse risposte adeguate o emergessero violazioni del GDPR, il Garante potrebbe sospendere l’accesso al servizio in Italia, così come ha già fatto, primo in Europa, nei confronti di chatGPT con analogo provvedimento (ChatGPT, Garante notifica a OpenAI contestazioni per violazione della privacy) cui poi hanno fatto seguito i chiarimenti di OpenAi (OpenAI, primi chiarimenti forniti al Garante dopo il blocco di ChatGPT) ed eventualmente imporre sanzioni economiche, alla stregua di quella di 15 milioni di euro di recente comminata a chiusura dell’istruttoria nei confronti di chatGPT.
5. Conclusioni
DeepSeek è un modello AI con potenzialità enormi, sia da un punto di vista di pura tecnologia che di consumo di risorse. Tuttavia, il suo ingresso nel mercato europeo sta incontrando ostacoli regolatori, in particolare per le preoccupazioni legate alla privacy e alla protezione dei dati personali.
Il provvedimento del Garante italiano potrebbe anticipare una tendenza più ampia a livello UE: un maggiore scrutinio delle AI extra-europee per garantire il rispetto delle normative locali.
L’equilibrio tra innovazione e protezione dei dati sarà cruciale nei prossimi anni, e DeepSeek rappresenta solo l’inizio di un dibattito che segnerà il futuro dell’intelligenza artificiale globale.
Per anni, il paradigma dominante nell’innovazione tecnologica è stato: gli Stati Uniti creano, la Cina copia e l’Europa regolamenta. Tuttavia, con lo sviluppo di modelli avanzati come DeepSeek, questo schema sta cambiando. La Cina non è più un semplice imitatore, ma un attore competitivo in grado di sviluppare tecnologie originali e di sfidare il predominio occidentale. Questo spostamento non solo ridefinisce gli equilibri globali nel settore dell’AI, ma impone all’Europa e agli Stati Uniti di ripensare il loro approccio sia in termini di innovazione che di regolamentazione.